Alessia Carnevale
Con l’estate alle porte, la città di Médenine sta lentamente e timidamente uscendo dal suo letargo invernale. I giorni si allungano, le serate iniziano ad essere un po’ più animate, e gli spazi aperti più frequentati.
La 20esima edizione del Festival Nazionale del Teatro Sperimentale di Médenine ha sicuramente fatto da apripista per questa nuova stagione. Il festival, la cui giornata di apertura è stata fatta coincidere con il 400esimo anniversario della morte di William Shakespeare, è stato dedicato al poeta e drammaturgo inglese, portando sul palco spettacoli ispirati ai temi e ai personaggi Shakespeariani.
Per nove giorni, dal 23 al 30 Aprile il festival ha radunato la popolazione di Médenine nei teatri della città, e non solo. Difatti, seppur gli eventi principali hanno avuto luogo nelle sale del Centre Culturel e del Centre des Arts Dramatiques et Scéniques (CAD – responsabile dell’organizzazione del festival sin dal 2011), tante altre attività si sono svolte in luoghi informali della città e in altri paesi vicini.
Oltre ai tanti artisti tunisini che si sono esibiti durante questi giorni, il festival ha portato in città anche una compagnia teatrale egiziana ed una algerina: un passo in avanti, secondo gli organizzatori del festival, i quali ambiscono a conferire a questo evento annuale un respiro internazionale.
“Sarebbe una grande opportunità per noi, che lavoriamo nel settore, condividere esperienze con artisti internazionali,” dice Ali Yahyaoui, “e sarebbe una grande opportunità anche per il nostro pubblico, assistere ad esempio a spettacoli di artisti europei, imparare qualcosa di nuovo, entrare in contatto con punti di vista differenti. Ma, piano piano, cresciamo e andiamo avanti.”
Il signor Ali è un uomo dagli abiti chiari e un basco grigio a fare ombra su due occhi sorridenti. Ogni sera, a conclusione degli spettacoli, lo vedo sulla soglia del Centro di Arti Drammatiche, che aspetta che le persone entrino per il dibattito. È lui che modera gli incontri, che non sono mai troppo affollati ma che nonostante ciò, non mancano mai di discussioni intense ed animate fra spettatori, esperti ed artisti. Originario di Tataouine, Ali è lui stesso autore e regista teatrale, e parte dell’equipe del CAD di Médenine da tre anni. Un pomeriggio lo seguo nell’ufficio del centro per una chiacchiera.
“Médenine è ancora una città rurale. Stiamo ancora facendo i conti con delle questioni importanti, riguardanti diritti ed uguaglianza. Ciò che mi interessa, nel fare teatro, è la nozione di cittadinanza, che qui è ancora abbastanza debole.” Ma questo suo interesse coesiste con una passione per il folklore e le tradizioni della sua terra. La prima cosa che mi mostra quando entro nell’ufficio è uno strano tavolo di legno. È lo “scenario” del suo ultimo lavoro come autore, Sable Mouvant, uno spettacolo interamente eseguito con la tecnica della sand art, i disegni di sabbia. Sperimentazione nella tecnica va di pari passo con ricerca e rielaborazione di temi tradizionali: il deserto è il principale protagonista della performance, paesaggi Sahariani saranno disegnati nella sabbia da un’artista di Médenine, accompagnati da sonorità amazigh.
L’utilizzo di tecniche eterogenee è anche un marchio del festival. “Oggi il teatro e l’arte in generale si fanno sempre più per le strade. Allora, per portare la gente a teatro, quello che cerchiamo di fare è di portare le strade nel teatro”. Lo spettacolo che apre il festival, diretto dal suo collega di Médenine Anouar Chaafi, va appunto in questa direzione. Aw la takoun, è una pièce che si sviluppa intorno alle quattro coppie principali di quattro tragedie Shakespeariane: Romeo e Giulietta, Re Lear, Otello e Amleto, e che si concentra in particolar modo sulle questioni razziali e di genere presenti nelle tragedie. Ma la vera innovazione di questa pièce è lo scenografia: gli attori si muovono sulla scena usando la tecnica circense dei tessuti.
Gli spettacoli principali del festival sperimentano dunque con Shakespeare, lo trasformano e lo declinano secondo le esigenze. Oltre agli acrobati portati in scena da Chaafi, assistiamo ad un Amleto postmoderno, afflitto da dilemmi esistenziali, dall’alienazione nell’era contemporanea (nello spettacolo Hamlet Machine, un progetto di fine studi messo in scena dagli studenti dell’ Institut Supérieur d’Art Dramatique di Tunisi); ad una tragicomica mise en abyme teatrale avente come ignari attori i membri di una famiglia alle prese con gli attuali problemi sociali della Tunisia (Tahta al-stah, di nuovo un progetto dell’ ISAD); ai personaggi femminili Shakespeariani in rivolta contro il loro stesso creatore (Nisa’ Shakespeare, dall’Egitto); ed altro ancora.
Ma oltre agli spettacoli principali, le giornate del festival sono piene di attività, non necessariamente legate al teatro. Gli spazi all’aperto antistanti il complesso culturale hanno visto in questi giorni susseguirsi le performance di diversi gruppi di giovani, con graffiti, break dance, folklore, circo. Inoltre, un “bus dell’arte”, C’ART, di una compagnia di Sfax, è stato ingaggiato per portare gli artisti di strada, clown, acrobati e attori per le strade di Médenine e nelle aree circostanti per spettacoli e stages.
“Cerchiamo di permettere al maggior numero di gente possibile di partecipare ad eventi culturali, di portare l’arte nelle strade e nelle zone periferiche”, spiega Jamal Chandoul, il direttore artistico del CAD. “Per la prima volta abbiamo anche un programma giornaliero di spettacoli per i bambini, un vero festival nel festival, che hanno luogo la mattina presso la Maison des Jeunes di Médenine.” Tra questi, uno spettacolo è specialmente dedicato a un pubblico di ragazzi non-udenti; un ulteriore prova della trasversalità di questa edizione. Le idee dunque non mancano, e la partecipazione è positiva. “I problemi sono a livello finanziario. Non abbiamo fondi a sufficienza. Solo ora sono finalmente iniziati i lavori per l’estensione del Centro di Arti Drammatiche. Finalmente avremo un vero teatro.” Infatti, allo stato attuale, il CAD non possiede una sala ed un palco adeguati, motivo per cui gli spettacoli principali durante il festival hanno luogo nel teatro dell’adiacente Centro Culturale. “Ma facciamo il possibile per dare ai giovani lo spazio e gli strumenti per lavorare ed esercitarsi”.
Il festival è anche un’opportunità, per i giovani artisti locali ,di esibirsi e presentare i loro lavori ad un pubblico più ampio. Incontro Jalal Hammoudi, un giovane autore e regista di Médenine. Al festival Jalal presenta una pièce dell’autrice inglese Sarah Kane, Psychosis. Tema principale è la depressione, per la quale la stessa autrice si tolse la vita appena dopo aver scritto questo suo ultimo testamento, nel 1999. Questa pièce trova posto nel lavoro di sperimentazione teatrale di Jalal, per la sua profondità nella ricerca sulla psiche e sulle relazioni umane, in particolar modo sulle relazioni uomo-donna, al quale è interessato. Ma la sua esplorazione della psicologia umana è strettamente connessa alla sua agenda politica nel fare teatro. “L’obiettivo del teatro è la politica”, cita Brecht, uno dei suoi massimi ispiratori e maestri. Jalal è infatti autore di lavori più strettamente politici, come il suo ultimo Sacré, portato recentemente sul palco di Médenine, il quale esplora l’attuale situazione sociale del paese. Lavorando con attori amatoriali, ragazzi locali, giovani studenti di Médenine e Beni Kheddech, Jalal è uno di quei giovani che spinge verso un cambiamento nella sua comunità attraverso l’arte e la cultura.
E il numero consistente di spettatori e amanti di teatro che hanno partecipato al festival testimonia la sete d’arte e di cultura della popolazione di Médenine, e più semplicemente, la sete di momenti collettivi, di spazi e occasioni per incontrarsi, stare insieme, discutere.
l’articolo è apparso il 6 maggio 2016 in inglese sul sito Nawaat.org: http://nawaat.org/portail/2016/05/06/shakespeare-in-medenine/
Traduzione a cura di Alessia Carnevale
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