Il governo marocchino ha dichiarato l’intenzione di confiscare la sede storica dell’Unione Nazionale degli Studenti Marocchini, conosciuta come UNEM dall’acronimo francese. La sede sarà poi trasferita al Ministero della Gioventù e delle Finanze. L’UNEM è stata fondata il 26 dicembre 1956 ed è stata storicamente il centro del dissenso studentesco a sinistra, tanto è vero che il regime l’ha bandita dal 1973 al 1978 e dal 1981 fino ad oggi.
I leader dell’UNEM assieme a molti dei loro compagni, furono arrestati, torturati e condannati a pesanti pene carcerarie. Da allora il sindacato è sopravvissuto nelle facoltà tramite strutture provvisorie, nell’impossibilità di tenere un congresso e di dotarsi quindi di strutture nazionali. La soppressione delle organizzazioni universitarie ha fortemente sabotato la resistenza alla riforma dell’istruzione del 2003.
La confisca della sede si inscrive in un più ampio contesto di pressioni neoliberiste sul sistema educativo marocchino, che conta circa 800.000 studenti universitari. A ciò si aggiungono l’austerità e la tradizionale alta sorveglianza e repressività negli atenei. Decine di militanti del movimento studentesco sono stati incarcerati. La provocazione della confisca ha suscitato un moto di indignazione tra molti studenti in tutto il paese, inclusi i gruppi che preferiscono un’impostazione più movimentista e che si muovono quindi all’esterno dei tentativi di ricostituzione del sindacato nazionale. Gli studenti progressisti sono uniti nel considerare la mossa del governo come un attacco alla libertà, già molto limitata, di portare avanti le loro iniziative politiche, sindacali, culturali e creative all’interno degli atenei.
In risposta a questa offensiva del regime contro i diritti e in corrispondenza del 60esimo anniversario dell’UNEM, il movimento studentesco marocchino e i vecchi militanti dell’UNEM scenderanno il 25 dicembre 2016 a Rabat.
Protesteranno contro la confisca della sede nazionale e in difesa del diritto a un’istruzione gratuita, democratica, laica, pubblica e di qualità. Richiederanno inoltre la liberazione degli studenti arrestati.
Rispondiamo quindi alla richiesta di solidarietà dei compagni marocchini e ci uniamo a loro nel denunciare la confisca della sede nazionale dell’UNEM e le violazioni della libertà di organizzazione nelle università. Sosteniamo la manifestazione del 25 dicembre 2016 e chiediamo che lo stato marocchino, e in particolare il Ministero degli Interni e le forze dell’ordine, pongano fine alla sorveglianza capillare degli attivisti e mettano fine alle ingerenze nella vita politica degli atenei.
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