Fadil Alizira
(in collaborazione con la redazione di Barr al Aman)
Un nuovo accordo commerciale fra la Tunisia e l’Unione Europea sta per vedere la luce e solleva questioni cruciali. Le conseguenze sulla sovranità della Tunisia, sul suo settore agricolo e sull’accesso ai medicinali potrebbero essere al cuore di questo accordo. Dopo più di sei anni di discussione, due anni di negoziati formali, ormai è arrivato il 2019, data limite fissata dall’Unione Europea per l’adozione dell’ALECA, conosciuto come l’accordo di libero scambio completo e approdondito. Eppure, mentre si stanno per deciderne i termini, sembra che i Tunisin* non conoscano il contenuto di tale accordo.
Il soggetto è “sensibile”, secondo un funzionario del Ministero tunisino per gli investimenti e la Cooperazione internazionale che ha suggerito ai giornalisti di consultare il sito ALECA.tn per trovare informazioni più complete sulla questione. Un sito dall’aria ufficiale e che mostra con fierezza le bandiere tunisina ed europea con la scritta:“Per un vero partenariato e una migliore integrazione della Tunisia nell’economia mondiale”. E’ la presidenza del governo che detiene il nome del dominio, tuttavia non vi è alcun riferimento alla fonte del finanziamento di tale strumento. Non vi è alcuna scheda in arabo che spieghi i diversi campi che sono oggetto di negoziazione, ve ne sono una parte in inglese e tutte in francese.
Gli ambiti dell’accordo ALECA
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Il commercio dei prodotti agricoli e della pesca
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Le regole sanitarie e fitosanitarie
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Gli ostacoli tecnici al commercio
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Il commercio e lo sviluppo sostenibile
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La commercializzazione dei servizi e dell’investimento
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La regolazione delle dispute in materia d’investimenti e del sistema giurisdizionale degli investimenti
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La protezione della proprietà intellettuale
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Le misure per la difesa commerciale
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I mercati pubblici
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Le regole della concorrenza e degli aiuti statali
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Le procedure doganali
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Le regole di trasparenza
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Le Piccole e Medie Imprese : PME
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Le disposizioni relative alla commercializzazione dell’energia e delle materie prime
Fonte : (consultato il 1 gennaio 2019) l http://www.aleca.tn/decouvrir-l-aleca/domaines-de-l-accord/
La difficoltà per accedere all’informazione
All’inizio di ottobre il Forum Tunisino per i diritti economici e sociali (FTDES) ha organizzato una conferenza internazionale di due giorni a Tunisi sull’ALECA. Gli organizzatori hanno dichiarato che l’evento era stato concepito per mettere in contatto le diverse persone che lavoravano nei vari settori su cui l’ALECA potrebbe avere ripercussioni. L’obiettivo era la contestualizzazione di questo accordo e, da ultimo, costituire una base di specialisti in grado di formulare una critica consapevole e informata nei confronti dell’ALECA, nella sua forma attuale.
In parallelo alla conferenza il FTDES ha pubblicato un documento che analizza l’ALECA e la percezione che ne hanno degli esperti tunisini, principalmente della società civile e dei sindacati. Tuttavia, fra gli specialisti dei settori chiave dell’economia tunisina, esistono lacune enormi riguardo le conoscenze sul contenuto. Per esempio, fra i 13 esperti interrogati nel documento, soltanto uno conosceva il meccanismo di regolamento dei contenziosi contenuto nell’ALECA che permetterebbe agli investitori stranieri di fare causa allo Stato tunisino.
Il rapporto FTDES constata come “nessuna delle persone interrogate considera avere un’influenza significativa nelle negoziazioni. Il processo è considerato molto opaco, l’accesso all’informazione inadeguato e accusano il governo per l’assenza di una vera discussione di fondo”. Inoltre, il rapporto FTDES cita un sondaggio realizzato da Sigma Conseil e presentato lo scorso 10 aprile a Tunisi, in occasione di una conferenza organizzata dalla Synagri (Sindacato degli agricoltori) e dalla Konrad Adenauer Stiftung. Lo studio rivela come il 90% degli lavoratori nell’agricoltura non fosse al corrente dell’esistenza delle negoziazioni dell’ALECA.
La sfida dell’accesso alla negoziazione
Il Forum perciò ha proposto la realizzazione di uno studio approfondito sull’impatto in ciascun settore dell’economia per fornire più dati a chi prenderà le decisioni e permettere in questo modo un maggiore equilibrio nell’impatto fra effetti positivi e negativi dell’accordo sull’economia tunisina.
“Noi abbiamo qualche studio su questo accordo, ma ciò che veramente ci manca è una migliore comprensione delle sue conseguenze” dichiara Marco Jonville, che ha redatto il rapporto FTDES sull’ l’ALECA, ricercatore al servizio degli studi economici del FTDES, incaricato dei lavori sull’ALECA “Noi abbiamo anche bisogno di sapere quello che ne pensa la gente e cosa ritenga positivo per il paese, perché a partire da ora le proposte vengono dall’Unione Europea e i tunisini non fanno altro che reagire. Quali sono le idee, le proposte delle controparti tunisine, sia che provengano dal settore economico o agricolo, che si tratti di manager o di sindacati? Lo scopo di questo rapporto perciò era di volgere l’attenzione ali suggerimenti dei cittadini tunisini”
A – LE – CA, dividere per meglio nascondere?
Le negoziazioni tra tunisini ed europei sulle disposizioni dell’ALECA sono ancora in corso. Il terzo round di negoziati si è svolto dal 10 al 14 dicembre 2018, ed è l’ultimo in ordine di tempo. Samir Bettaïeb, ministro tunisino dell’Agricoltura, affermava il 21 dicembre scorso sulla radio shems FM che il settore primario non era ancora pronto per l’ALECA. Come lui, ministri, attori della società civile o professionisti affermano la stessa cosa. Eppure, alcune disposizioni del trattato sono già in vigore nel diritto tunisino. I PPP, “partenariati pubblico-privato”, la validità dei brevetti europei in Tunisia, l’arbitraggio internazionale sono già una realtà. Il percorso per rendere conforme il diritto tunisino con quello europeo (diritto acquisito comunitario) è ininterrotto e escluso di fatto dalle negoziazioni. In parallelo l’Unione Europea esercita “una pressione attraverso le condizioni per i prestiti che accorda alla Tunisia, per esempio l’assistenza Macro Finanziaria del 2014 e del 2016”, secondo Maha Ben Gadha, incaricata del programma economico della fondazione fondation Rosa Luxemburg- Afrique du Nord.
L’articolo è apparso il 2 gennaio 2019 sul sito Barr al aman
Traduzione e adattamento dal francese a cura di Patrizia Mancini
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