Nel silenzio generale della stampa, i respingimenti in mare sono ricominciati.Stavolta però verso la Tunisia. Il primo di cui abbiamo notizia è stato effettuato lo scorso 21 agosto e per poco non c’è scappato il morto. Quel giorno una motovedetta della Guardia di Finanza, ha intercettato nel Canale di Sicilia una barca con 110 passeggeri, tutti tunisini, tutti harraga, e anziché portarli a terra per i soccorsi, ha girato l’sos a una motovedetta tunisina chiedendo che se li venissero a riprendere. Quindi li ha presi a bordo e li ha trasbordati sulla nave della marina militare italiana Borsini, che a sua volta li ha riportati in acque maltesi dove li attendeva una imbarcazione delle autorità tunisine. Durante il trasbordo però sulla nave tunisina però qualcuno ha pensato di fare un gesto estremo per evitare il rimpatrio.
Così uno dei passeggeri si è tuffato in mare tentando di allontanarsi a nuoto in mare aperto. Quando gli uomini della Guardia Costiera sono riusciti a ripescarlo e a prestargli soccorso, è stato deciso di portarlo a Lampedusa per accertare le sue condizioni di salute nel poliambulatorio dell’isola. Con lui sono stati sbarcati a terra altri 7 passeggeri in precarie condizioni di salute, tra cui un paraplegico, un minorenne e due donne. Per gli altri 102 invece è scattato il respingimento in Tunisia. Non essendo stati identificati, non sappiamo se a bordo ci fossero esclusivamente tunisini, se ci fossero minori non accompagnati, donne incinte, bambini.
Eppure il diritto marittimo internazionale non prevede la necessità di visti o passaporti per navigare in acque internazionali. E anzi impone ai paesi costieri l’obbligo del salvataggio in mare e dello sbarco dei naufraghi nel porto sicuro più vicino. E se quel porto è in Italia, la legge prevede la possibilità per tutti di chiedere asilo, indipendentemente dalla propria nazionalità, e procedure individuali di identificazione nel caso di un rimpatrio, con tanto di diritto a un ricorso effettivo. La legge però negli ultimi tempi assomiglia sempre di più a un bastone tra le ruote, per chi ha in mente metodi più sbrigativi che sanno di stato di polizia.
articolo originale: http://fortresseurope.blogspot.com/2011/08/tornano-i-respingimenti-102-ricondotti.html
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